Mattanza

Mattanza

MATTANZA

Mattanza
Acrilico su tela, cm. 240x200, 2020.


Dal dipinto “Mattanza” sembrano sprigionarsi due forme di energia

La prima, visibile, percepibile, è quella dei tonni intrappolati nella camera della morte, che tentano invano, furiosamente, con tutte le loro forze, di sottrarsi a un destino spietato e ineluttabile. 

La seconda è invisibile, impalpabile, ma presente e percepibile: è l’energia creatrice dell’artista, che ha sofferto non poco nel realizzare un’opera dall’impatto drammatico e cruento, opera con la quale, uscendo dai suoi canoni stilistici, ha reso mirabilmente “vivo”, sensazionale, il tragico e sconvolgente momento della mattanza. 

Lo ha reso vivo perché “vedendo” attentamente (non solo guardando) il magnifico dipinto, Cocchiara riesce a farci entrare nel “dramma”, a sentire il dibattersi violento dei tonni, lo scroscio fragoroso dell’acqua che sembra schizzare fuori dalla tela, colorandosi col rosso vermiglio del sangue dei tonni. Nell’opera si assiste anche alla ”rappresentazione” di una delle più crudeli e tremende metafore della vita: quella di coloro che, involontariamente o  imprudentemente, s’infilano e si fanno ”irretire” da situazioni e circostanze senza via d’uscita, più grandi di loro. Facendo poi la stessa fine dei tonni  nella mattanza.

Giovanni Farina

Catturato per errore, questo fiero pescespada con un guizzo di vita esce dalla rete.

Mattanza alla Galleria delle Vittorie di Palermo